«Viaggi in elicottero e terreni»

21 aprile, 2008

Gli atti al Tribunale dei ministri: «Voli per 120 mila euro». Il leader dei Verdi accusato di corruzione


Pecoraro Scanio

ROMA — Viaggi privati in elicottero pagati dal
ministero, vacanze a Miami o alle isole Canarie, soggiorni nell’hotel
sette stelle Town House di Milano, un terreno acquistato nella zona di
Viterbo, un intero palazzo da affittare a Roma: sono questi i «favori»
che il responsabile dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio avrebbe
accettato come ricompensa per aver concesso appalti e affidato
incarichi di consulenza. La procura di Roma ha trasmesso gli atti
ricevuti dai colleghi di Potenza al Tribunale dei ministri
contestandogli il reato di corruzione. E nell’avviso elenca i «fatti
oggetto di indagine» che il collegio dovrà adesso valutare. Al centro
dell’inchiesta ci sono i rapporti tra Pecoraro Scanio e Mattia Fella,
il titolare dell’agenzia di viaggi Visetur, tour operator specializzato
in vacanze di lusso, affitto di auto, yacht e velivoli, ma anche
organizzazione di servizi di scorta affidati a guardie private. Anche
Fella e gli altri imprenditori che avrebbero goduto di queste
concessioni sono stati iscritti nel registro degli indagati. Nei loro
confronti viene ipotizzata l’associazione per delinquere finalizzata
alla commissione di altri illeciti.

Le vacanze
Nel provvedimento
il pubblico ministero contesta al ministro di aver usufruito di
«numerosi trasferimenti e spostamenti a bordo di un elicottero pagato
da Fella per un importo pari a 120.000 euro». Lo stesso Fella avrebbe
però ottenuto «una convenzione con il ministero dell’Ambiente avente ad
oggetto il noleggio da parte della pubblica amministrazione di un
numero di ore di elicottero per un importo corrispondente a quello
pagato da Fella per i numerosi spostamenti in elicottero e per le
vacanze private in Italia e all’estero offerti al ministro». In pratica
secondo l’accusa la Visetur anticipava i soldi per coprire le spese, ma
aveva la certezza che sarebbero stati restituiti attingendo alle casse
dallo Stato. Pecoraro dovrà anche giustificare «i numerosi e costosi
viaggi-soggiorno in Italia e all’estero offerti da Fella per un valore
pari a diverse decine di migliaia di euro». E poi c’è «l’acquisto di un
terreno per conto Il documento La prima pagina degli atti
dell’inchiesta su Alfonso Pecoraro Scanio, responsabile del dicastero
dell’Ambiente, trasmessi dalla Procura al Tribunale dei ministri del
ministro, pagato da Fella 265.000 euro e la promessa fatta dallo stesso
Fella di offrire la locazione di un prestigioso immobile sito in Roma
nel quale si sarebbe dovuta fissare la sede di una “fondazione”
riconducibile al ministro». Il terreno, che si trova a Bolsena, nella
zona di Viterbo, sarebbe stato sovrastimato 800.000 euro per ottenere i
finanziamenti bancari.

Le consulenze
Il magistrato
ritiene di aver individuato la contropartita di queste «utilità». E
nell’avviso scrive: «Mattia Fella avrebbe ottenuto la nomina del
fratello Stanislao, di Gianluca Esposito e la conferma di Giuseppe
Leoni in commissioni del ministero dell’Ambiente; la stipulazione
nell’anno 2006 di una convenzione tra la Visetur spa e il ministero
dell’Ambiente avente ad oggetto il servizio di “agenzia di viaggi”; la
promessa, da parte del ministro, dell’affidamento alla “Sogesa” di
Francesco Rocco Ferrara e alla “Teseco” di Gualtiero Masini
dell’appalto relativo alla bonifica di un’area sita nel territorio di
Crotone, grazie anche all’aiuto del senatore Marco Pecoraro Scanio (il
fratello del ministro, anche lui indagato, ndr) e di Vincenzo Napoli».
Si tratta di due società per le quali Fella avrebbe avuto un interesse
personale visto che è legato a Ferrara da rapporti di parentela.
L’imprenditore è a Miami, ma i suoi avvocati Luca Maori e Marco Brusco
assicurano che «rientrerà in Italia questa settimana proprio per
chiarire che non c’è nulla di illecito in questo legame con il ministro
Pecoraro Scanio. L’agenzia non ha infatti alcun contratto di esclusiva
e tutti i viaggi, anche quelli privati, sono stati regolarmente
fatturati come siamo pronti a dimostrare ai giudici ». Secondo i legali
anche la scelta di utilizzare l’elicottero potrà essere giustificata
«dimostrando che i costi sono inferiori a quelli per utilizzare i mezzi
del corpo forestale». Agli atti del Tribunale dei ministri ci sono
decine e decine di intercettazioni telefoniche. Gli apparecchi sotto
controllo sono quelli degli imprenditori e dunque, se i giudici
riterranno di doverle utilizzare contro Pecoraro Scanio, dovranno
chiedere l’autorizzazione alla giunta parlamentare della Camera anche
se non è stato rieletto.

Fiorenza Sarzanini sul Corriere

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